Il Carnevale affonda le proprie origini negli antichi riti pagani
con cui si celebrava la fine dell’inverno ed il risveglio della primavera, augurandosi
che fosse fertile e generosa. Durante queste feste tutto era lecito e ci si poteva concedere eccessi nel mangiare, nel bere, nei piaceri dei sensi in genere, fingere ruoli impensabili in altri momenti.
Con l’avvento del Cristianesimo questi festeggiamenti senza
regole furono ridimensionati ed i vizi e le virtù cominciarono ad essere
rappresentate da maschere che si esibivano nelle piazze o nei teatrini.
Pulcinella, Pantalone, Arlecchino, Colombina rimangono nella nostra tradizione per
rallegrarci, e forse per farci un po’ pensare. Il Carnevale è il
periodo spensierato che procede la Quaresima ed i quaranta giorni in cui è
proibito mangiare carne (da carnem levare).
Regina del Carnevale è sicuramente la frittella dolce, in
tutte le sue versioni e in tutte le varianti territoriali: qualunque cosa può
essere fritta, immersa in una pastella e cotta in un grasso che una volta
poteva essere strutto, burro o olio di oliva secondo la zona. “Fritto è buono
tutto, anche l’aria” recita un vecchio detto. Oggi si tende a friggere per lo
più in olio di semi, giacché il gusto moderno trova troppo intenso l’aroma di
quello d’oliva, facendo attenzione comunque a sceglierne uno con un punto di
fumo alto, come quello di arachidi o di soia.
Esistono molteplici ricette di fritti per il Carnevale, e,
come se non bastasse, molte di queste presentano nomi diversi a seconda della
regione. Tra le più diffuse si possono menzionare le chiacchiere che, diffuse
in tutta Italia, sono chiamate sfrappole, frappe, cenci, bugie, galani,
grostoli, intrigoni, etc., in base alla zona
Non si possono dimenticare, inoltre, le castagnole nelle
versioni semplici o ripiene, le fritole venete con l’uvetta, i vari ravioli fritti ripieni di marmellata, cioccolata frutta secca o ricotta. E ancora i Krapfen,
di origine austriaca, e diffusi in Alto Adige le zeppole, orgoglio della
tradizione partenopea, nelle versioni semplici o con la crema. E ancora la
cicerchiata, diffusa in tutto l’Italia centrale, simile agli struffoli, ma che
a differenza di questi è legata ai festeggiamenti del Carnevale; gli arancini
anconetani, rotelle di pasta all’arancia, fritte e passate nel miele.
La lista potrebbe essere molto lunga, ma penso sia meglio
dare qualche ricetta, accendere i fuochi e tirare fuori le padelle… il
Carnevale è la festa più allegra dell’anno, non posso davvero diventare noiosa!
Legate alla mia infanzia, prima di tutto voglio condividere la
ricetta delle semplicissime frittelle di mia nonna, fatte con pochi
ingredienti, come si usava ai suoi tempi, quando le golosità per la festa si
dovevano preparare con le poche cose che si trovavano in dispensa.
FRITTELLE DI NONNA ELISA:
Per circa 6 persone:
500 g di farina 00
½ panetto di lievito di birra
fresco
½ lt circa acqua a temperatura
ambiente
1 pizzico di sale
150 g di uvetta (ma si può abbondare se piace)
olio di arachide per friggere
zucchero semolato per spolverizzare le frittelle
Procedimento:
Far rinvenire l’uvetta in acqua tiepida. In poca acqua sciogliere
il lievito di birra.
Mettere la farina in un’ampia ciotola, fare nel centro un
buco, versare il lievito sciolto e impastare con un cucchiaio di legno
incorporando pian piano tutta l’acqua fino ad ottenere una pastella abbastanza
solida. Unire il sale e l’uvetta morbida ben asciugata e mescolare ancora. Far
lievitare coperta con un panno fino a quando non sarà raddoppiata. Far scaldare
abbondante olio in un ampio tegame, quindi friggere l’impasto a cucchiai fino a
doratura. Far scolare su fogli di carta assorbente e servire calde, cosparse di
abbondante zucchero semolato.
Le dosi sono indicative: mia nonna mescolava gli ingredienti
ad occhio, e utilizzava, come si usava ai suoi tempi, un pezzo di lievito madre
invece del lievito birra, facendo lievitare tutta la notte.
Questa è la
ricetta che io preferisco, ma si può arricchire l’impasto con vari aromi, uova
e latte, cioccolato o altra frutta secca, oppure ammollare l'uvetta nel liquore preferito. Una base per far volare la fantasia e
soddisfare tutte le nostre “perversioni”.
Nelle dispense di oggi di ingredienti ce ne sono veramente
tanti!!!
Ma non finisce qui! ALLA PROSSIMA FRITTELLA con CUOCO in FESTA!!!