di Katiuscia Rotoloni
http://www.doctorwine.it/enomondo_dett.php?id_enomondo=212
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I romani che passavano sull’Isola Tiberina quel caratteristico bar lo conoscevano. Qualche giorno fa la festa di inaugurazione di "Tiberino": lo storico bar ora ha nome e veste nuova.
Un progetto con la consulenza della Laurenzi Consulting ha dato una sferzata alla realtà un po’ fuori dal tempo di questo angolo di Roma. Un locale rinnovato, con una proposta giovane e di qualità, senza dimenticare la tradizione e le tipicità del territorio. Birre artigianali, ottimi cocktail, vini biologici e biodinamici. Così il bar gelateria diventa “Tiberino” ed è anche bistrot e ristorante e si arricchisce con una formula che, partendo dalla colazione, accompagna fino alla sera, tutto nell’atmosfera suggestiva di Ponte Quattro Capi e di Piazza S. Bartolomeo su cui si affacciano i tavolini esterni.
La sera del 24 settembre il tempo non era dei migliori, ma l’atmosfera magica che proveniva da oltre il ponte calamitava l'attenzione. Il locale era pieno di gente di ogni età, facce note e non. Decido di passare dall’entrata sulla piazza, invece che da quella principale. Un gruppo musicale rallegra l’atmosfera con salaci stornelli della tradizione romana e vengono serviti finger food e sfizi di vario genere. Il raviolo cacio e pepe è buonissimo e chiama qualcosa da bere. All’interno, in una sala di colore miele con le travi a vista, fa da padrone un bancone rifornito di liquori e distillati da miscelazione, ma anche di particolare pregio, e la macchina del caffè espresso si trova sul piano retrostante. Mi servono un long drink realizzato ad arte, ma questo è anche il luogo dove la mattina si inizia la giornata con la colazione preferita.
Salgo altri tre scalini e, passando davanti la cucina, regno dello chef Luca Mattana (giovane ma dal curriculum eccellente) accedo a una deliziosa saletta con una finestra che si affaccia sulla piazza. In questa occasione, oltre a pochi tavolini, su un banco d’assaggio, Renato offre il suo Frascati Superiore prodotto nell’azienda definita “familiare”. Un ottimo vino, chiedo di onorarlo con un altro bicchiere. Al piano superiore in una sala un po’ più grande si può assaggiare una treccia di mozzarella di bufala proveniente dalla zona di Formia e due vini del sud della Francia, un Colombard e un Sirah.
Penso di tornare presto da Tiberino a godere della soffusa luce del tramonto seduta ad un tavolino sulla piazza con un drink e qualche bocconcino stuzzicante. Oppure, se il tempo non lo permette, nella sala con vista del primo piano per assaporare uno o più piatti della gustosa proposta del menù magari con un buon bicchiere. (K.R.)