Tempo di rispolverare le vecchie tradizioni.
E' la prima volta che ne parlo, ma sono legata alle piccole routine, quelle trasmesse da nonna quando era ancora con me. Forte contadina ciociara, ripeteva i suoi piatti ogni settimana.
Il giovedì gli gnocchi, ma solo quando le patate erano così farinose da non richiedere neanche un uovo, "soltanto la farina che vogliono" ( così mi diceva).
La domenica il profumo del brodo di gallina, cresciuta ed invecchiata in giardino, inebriava ogni stanza. In alternativa le fettuccine, impastate a mano, stese col mattarello sull'asse di legno e tagliate col suo intoccabile coltello dal manico bianco.
Poi c'era il pane che faceva ogni 15 giorni col lievito naturale, fragrante e assolutamente mai toccato dalla muffa (anche se lei si lamentava di non avere qui a Roma il prezioso forno a legna).
Beh, il pane soprattutto è rimasto nei miei gesti.
Confesso di curare il mio lievito madre con la dedizione per un figlio... il lievito di birra per me è diventato praticamente un ingrediente di emergenza...
Quindi oggi pane (questa volta di grano duro)!
Impastato ieri ha lievitato parte del giorno e tutta la notte in una stanza fresca.
Una volta diviso l'impasto nelle mie solite tre pagnotte da circa un chilo, l'ho fatto lievitare ancora per un paio d'ore e l'ho cotto a 170°, in un forno reso umido da una pentola d'acqua bollente, per un'ora e mezza .
Ed eccolo qua!!!
Devo confessare che questo tagliato l'ho piacevolmente mangiato ancora caldo... pezzo a pezzo...
... ALLA FACCIA DELLE DIETE IPERPROTEICHE!!! ^_^